INTERVISTE

Tortu e Bongiorni: “Abbiamo ancora fame”

Il 6 agosto 2021 è ancora riflesso negli occhi di Filippo Tortu, oro olimpico della 4×100 insieme a Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Lorenzo Patta, e del professor Filippo Di Mulo, responsabile della velocità azzurra. “Ma dobbiamo buttarci alle spalle i momenti leggendari di Tokyo. Difenderemo il titolo olimpico in casa degli americani e vogliamo arrivarci al massimo delle nostre potenzialità. La stagione è difficile e dobbiamo dimostrarci all’altezza”.

Al lavoro con lo staff tecnico federale allo stadio Paolo Rosi di Roma dove lunedì è iniziato il raduno delle due 4×100, sono ospiti del talk settimanale di Atletica TV insieme alla velocista Anna Bongiorni. Ne esce una fotografia dello stato dell’arte delle staffette azzurre.

TORTU, “RIPASSO GENERALE” – Filippo Tortu è arrivato a Roma domenica: “Ritrovarci è sempre bellissimo, siamo felici di essere qui e lavorare insieme. Da qualche mese io e Anna ora ci alleniamo nello stesso campo, all’Arena di Milano, e nell’ultimo mese abbiamo contato i giorni che mancavano a questo raduno”. Che atmosfera c’è in squadra? “Condividiamo la volontà di confermarci e migliorarci. È la chiave per riconfermare il successo di Tokyo. Siamo un gruppo numeroso e internamente molto competitivo, perché il livello della velocità italiana si è alzato moltissimo e ognuno vuole un posto in questa staffetta. Va bene così, è uno stimolo a non accontentarsi”.

L’oro olimpico ha cambiato tutto. “Quell’ultima frazione mi ha trasformato, mi ha sbloccato, ho scoperto un atleta nuovo. Sono felice di come mi sto allenando e dei riscontri che arrivano dalla pista. Sono ambizioso. Anche quest’anno, come sempre, non ho preparato le indoor e non è stato facile stare a guardare, ma conservo questa fame per la stagione all’aperto”. A quando l’esordio? “Credo ai primi di maggio; quest’anno la stagione inizierà prima del solito perché ai primi di luglio dovremo già partire per gli Stati Uniti e prima ci sarà poco tempo per gareggiare. Mi concentrerò sui 200 metri ma confesso che nel cuore resto un centometrista: non abbandonerò la distanza”.

Come va il raduno? Ride: “Non so come la pensa il professore, ma diciamo che abbiamo iniziato da un ripasso generale. L’occhio non è più allenato ai cambi, i meccanismi che ci sembravano naturali l’estate scorsa sono un po’ arrugginiti e da riattivare… e alla fine le ragazze sono sempre più brave di noi.

DI MULO, “MISSIONE MONDIALI IN CASA DEGLI USA” – La squadra femminile in questo momento è più rodata – quest’anno si sono già allenate insieme – e sta già provando i cambi; con quella maschile dedicheremo meno sedute ai cambi per concentrarci su esercizi analitici preparatori. Usiamo l’optojump per le verifiche ritmiche individuali da 0 a 100 metri e le riprese video e fotografiche da ogni angolazione e lato per analizzare il gesto tecnico”. Rispetto a 12 mesi fa molte cose sono cambiate. “Coordinare un quartetto maschile che conta campioni di questo calibro, ori olimpici e mondiali, è ovviamente più impegnativo di quanto lo fosse nel 2021; dobbiamo tenere conto di cresciute esigenze e ambizioni individuali, e armonizzarle con quelle della squadra. Iniziamo da qui, proseguiremo con un altro raduno a fine aprile (sempre all’Acqua Acetosa di Roma) e poi ci riuniremo subito dopo gli Assoluti di Roma. Vorrei presentarmi ai Mondiali dopo aver fatto almeno una gara, ma mi rendo conto che non sarà facile trovare il momento adatto”.

Nel corso della stagione possiamo aspettarci modifiche alla formazione? “Cambiare un quartetto capace di vincere i Giochi e realizzare la quinta prestazione mondiale di sempre, e la seconda europea, non è scontato. Ma tutti hanno una possibilità. Per me la porta è sempre aperta: storicamente nelle mie staffette ci sono sempre stati degli esordienti, e lo dimostra la prima frazione di Lorenzo Patta a Tokyo, una scommessa vinta. La staffetta è frutto di quattro frazioni, ciascuna con caratteristiche specifiche, abbiamo vinto per un centesimo conquistato grazie a quattro atleti e tre cambi. Jacobs in seconda? Quasi tutte le nazioni schierano l’atleta più forte in seconda frazione, che è la più lunga, l’unica eccezione è il Canada con De Grasse; Marcell è in grado di correre 130 metri ad altissima velocità, e poiché è diventato eccellente nella gestione del testimone garantisce due cambi perfetti e un ottimo innesco di Desalu in curva. Allungare quel cambio ci ha permesso di dare il testimone a Fausto, un grande curvista, in seconda posizione. Infine Filippo, che prima della gara aveva annunciato: datemi il testimone un metro dietro al primo e io arrivo davanti a tutti. Ha fatto esattamente questo, e sono doti da ultimo frazionista. Magistrale”.

BONGIORNI, “SIAMO AMBIZIOSE” – “La verità è che in Giappone eravamo più deluse del mancato accesso in finale che felici per il record italiano. Questo dice molto delle nostre ambizioni. Gli uomini hanno vissuto un sogno, e noi con loro. Sono stati e sono uno stimolo, ma ora vogliamo scrivere la nostra pagina”. Intanto condivide la pista con Tortu. “Da qualche mese mi sono trasferita a Milano per motivi personali. Mi alleno all’Arena Civica, mi segue Alessio Conti con i programmi di mio padre Giovanni. Ora ho due allenatori che si confrontano continuamente, e spesso trascorro dei periodi a casa in cui papà mi segue attentamente. Gareggerò a fine aprile, credo con una distanza spuria; poi spero di trovare qualche meeting internazionale interessante e naturalmente sarò in gara agli Assoluti di Roma. Quest’anno voglio dedicarmi di più ai 200, riprendere un filo che ho interrotto anni fa a causa di diversi infortuni e capire quanto valgo”. La competitività è un elemento fondamentale anche al femminile, dove i valori individuali sono più omogenei. “I raduni sono sempre momenti speciali e importanti. C’è un bel clima, siamo in otto e come sempre ci diamo da fare per accogliere le ultime arrivate e trasmettere tutto quello che sappiamo”.

Di Mulo? “È metodico, analitico e studia tantissimo – lo tratteggia Anna – raccoglie continuamente dati e spunti. Da noi pretende di essere altrettanto serie e concentrate, dandoci continui input per perfezionare ogni singolo dettaglio”. Filippo: “Voleva l’oro olimpico più di noi quattro, lo aspettava da vent’anni e ci ha creduto più di tutti. È tanto determinato quanto perfezionista e a volte si infuria, e di solito succede con noi uomini, raramente con le donne. Noi siamo pasticcioni e distratti, loro precise e concentrate”.

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