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Straneo&Battocletti, generazioni a confronto

“Il mio messaggio da capitana azzurra dei Mondiali di mezza? Cercate sempre un obiettivo, perché è quello che vi farà allenare con più costanza e grinta: anche se non si può ottenere subito, tenetelo vivo. Prima o poi riuscirete a raggiungerlo”. Parola di Valeria Straneo. Con lei, nella puntata di questa settimana del talk di Atletica TV, c’è Nadia Battocletti: “Anche io diventerò un giorno una maratoneta? Guardavo Valeria a 13-14 anni in tv e dicevo ‘wow’! La maratona mi affascina, potrebbe essere vicina alle mie caratteristiche e probabilmente tra qualche anno la farò”. Intanto la giovane Nadia incanta in pista (15:46.26 a Modena nei 5000 di domenica), la veterana Valeria, mamma e maratoneta, quarantesima nella mezza mondiale di Gdynia sabato scorso (1h11:39), non si stanca mai di rincorrere Tokyo e la sua terza Olimpiade: “Anche una sola possibilità di andare in Giappone, me la voglio giocare. Sarebbe una perfetta chiusura per la mia carriera, quando avrò 45 anni: sto facendo veramente fatica ma ho ancora questa idea nella testa ed è quello che mi fa alzare ogni mattina per andarmi ad allenare”.

BATTOCLETTI – Niente Eurocross, quest’anno, per la due volte regina d’Europa under 20. Ma nonostante tutto è stata una stagione preziosa per Nadia Battocletti (Fiamme Azzurre): “Non pensavo di riuscire a correre i 5000 così, tutta da sola, soltanto contro me stessa – spiega la ventenne trentina allenata dal papà ex azzurro Giuliano, ripercorrendo le emozioni della gara di domenica scorsa a Modena, dove ha conquistato il titolo italiano assoluto e promesse – non è soltanto una soddisfazione a livello sportivo ma soprattutto personale perché ho cominciato a superare i miei limiti. Sì, è vero, quest’anno ho gareggiato pochissimo, ma avevamo un piano B: ci siamo concentrati su altro e in allenamento ho capito davvero cosa significhi fare l’atleta, impegnarsi a fondo, andare oltre i propri confini”. Studentessa all’università di Trento (“Ingegneria edile e architettura, la prossima settimana ho due esami e una consegna-progetto”), ha le idee chiare sui propri idoli: “Hicham El Guerrouj lo è da quando sono bambina. Marocchino come mia mamma Jawhara. Mi ha insegnato che non ci si arrende nonostante le paure e i dolori: è stato molto d’aiuto nella mia breve carriera. E poi un altro idolo è mio papà: lo reputo un grandissimo allenatore”.

STRANEO – Dopo quattro anni è tornata in azzurro, con i gradi di capitana, nella rassegna iridata della mezza maratona in Polonia. “Mi porto a casa una bellissima esperienza – le parole dell’alessandrina Valeria Straneo (Laguna Running), argento mondiale nel 2013 ed europeo l’anno successivo – è stato bello sia dal lato umano, perché si fa gruppo con i compagni e i tecnici, sia dal lato sportivo: pensavo di poter valere l’ora e undici, ma un conto è dirlo e uno è farlo. Bisognava correre 3:24 al km. Sono contenta di esserci riuscita. E sono molto felice anche per Giovanna Epis: sul traguardo piangeva e allo stesso tempo aveva un sorriso gigante, perché finalmente ha migliorato il primato personale”. Per la Straneo, in tandem con il suo allenatore Stefano Baldini (“l’ho sempre ammirato tanto, umile, disponibile, è arrivato al top ma non ti guarda dall’alto verso il basso”), non è stato un 2020 da buttare: “Ho vinto due titoli italiani che non mi aspettavo, nella mezza e nei 10.000 – racconta – Stavo molto bene a marzo, ma riprendere dopo il lockdown non è stato per niente facile, ho fatto una fatica devastante per quattro mesi. Poi con i raduni di Livigno e Sestriere sono riuscita a ritrovare buone sensazioni”. Quelle che dovrebbero portarla – pandemia permettendo – alla maratona di Valencia del 6 dicembre, alla ricerca dello standard olimpico (2h29:30). E sulla situazione attuale, e la nuova rapida evoluzione del contagio da Covid-19, relativamente al tema “running” la pensa così: “Spero che la corsa in solitaria, in piena sicurezza, continui a essere sempre permessa anche in caso di nuove chiusure”.

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