INTERVISTE

Re e Mangione, 400 da avverare

Staffette azzurre, parte seconda. Dopo la puntata dedicata alle 4×100 con Filippo Tortu, Anna Bongiorni e Filippo Di Mulo, il talk settimanale di Atletica TV si dedica alle 4×400 e accoglie il primatista italiano Davide Re (Fiamme Gialle), Alice Mangione (Esercito) e Riccardo Pisani, collaboratore del settore tecnico.

DAVIDE RE “OBIETTIVO ORO EUROPEO” – Alla domanda sulle sue ambizioni per questo 2022, Davide Re non si nasconde: “Voglio l’oro europeo. Non ho paura di dirlo, lo considero un obiettivo raggiungibile; anche la finale mondiale è alla mia portata – ho mancato quella di Doha per 8 centesimi e quella olimpica di Tokyo solo di 2 – ma a Eugene lo scenario sarà più complicato”.

Il primatista italiano dei 400 metri (44.77 a La Chaux-De-Fonds nel 2019) dall’ottobre 2021 si allena a Zurigo (Svizzera) con il tecnico Flavio Zberg. “Sono felice della mia nuova realtà, ho trovato nuovi stimoli ed è stato l’inverno più veloce della mia carriera. L’esordio in 47.12 a inizio febbraio a Magglingen è stato un ottimo test, perché è arrivato subito dopo un raduno molto faticoso a Tenerife – tanto che i miei compagni di allenamento hanno rinunciato ai 400 per virare sui 60 metri –; volevo fare una bella gara agli Assoluti indoor, con un crono almeno di 46.4, ma mi sono infortunato a ridosso della partenza per l’Italia: una lesione di secondo grado al bicipite femorale sinistro che mi ha imposto un recupero lungo e attento. Dopo 7 settimane ancora non sono al top, ho ricominciato con le ripetute in pista solo la settimana scorsa dopo tanto allenamento in piscina e in bici. Al momento nelle ripetute corro i 200 in 24” e i 300 in 37”-38”, ma ancora non riesco a fare sedute di velocità”. La nuova vita prevede continui viaggi. “Sì, siamo spesso in raduno all’estero perché in inverno in Svizzera il clima non è favorevole; ho concordato con la direzione tecnica, per questi primi mesi, di andare in raduno al seguito del mio allenatore. In questa fase abbiamo bisogno di conoscerci e comprendere le esigenze reciproche, sono determinato a instaurare un rapporto proficuo e duraturo. In Italia sono tornato pochissimo, solo per la fisioterapia e per Natale, ma questa vita da nomade sportivo è motivante”.

“Il mio gruppo di allenamento è molto giovane, e mi ritrovo ad essere il punto di riferimento dei miei compagni – francamente spero di rimanere il più forte ancora per qualche anno -; dall’altra mi faccio trascinare dal loro entusiasmo da ventenni. In generale ci alleniamo meno ma sempre ad alti livelli di intensità, sia in pista che in palestra, dove eseguo serie ad esaurimento – fino a 90 o 120 secondi di ripetizioni – senza carichi troppo elevati, sia in isometria che in dinamica”.

A quando l’esordio all’aperto? “Prima dell’infortunio il programma prevedeva il debutto direttamente sui 400 a maggio, al termine di quello che sarà il mio secondo raduno ad Antalya; voglio correre forte già dalle prime gare perché questa è una stagione compressa, con molti eventi in poco tempo. Punto a un bel crono al Golden Gala e poi agli Assoluti di Roma. E poi via verso Eugene e Monaco, pensando sia alla gara individuale che alla staffetta”.

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