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La Torre: “Il nostro 2020 controcorrente”

“La nostra filosofia è che anche in tempi di Covid si può provare a marciare controcorrente: siamo riusciti lo stesso a realizzare una stagione”. Lo ha detto il direttore tecnico Antonio La Torre nella puntata di questa settimana del talk di Atletica TV che ha ospitato anche Nicola Roggero, voce dell’atletica su Sky Sport, per un bilancio azzurro di fine anno: cos’è stato fatto, cosa si può migliorare, qual è il contesto internazionale nel quale ci si confronta, con l’occhio rivolto al 2021 sulla strada verso le Olimpiadi di Tokyo.

TRA LUNGO E MARATONA – Il DT, che nella riunione di Consiglio federale di venerdì presenterà i criteri aggiornati per i Giochi e per le altre manifestazioni estive del 2021, ha aperto le proprie riflessioni citando alcune atlete azzurre che negli ultimi giorni hanno fatto parlare di sé, in primis Larissa Iapichino, rivelazione dell’anno ai Gazzetta Sports Awards: “Il presidente di World Athletics Sebastian Coe nelle recenti interviste ai quotidiani italiani l’ha inserita tra i personaggi del futuro dell’atletica mondiale – ha sottolineato La Torre -. Quando l’ho incontrata per la programmazione le ho chiesto soltanto una cosa: di ricordarsi della sua età, di rimanere se stessa, di conservare la sua semplicità che l’altra sera ha dimostrato dicendo che l’auspicio per il 2021 è poter tornare ad abbracciare le avversarie”. Il DT si è congratulato quindi con Giovanna Epis per il titolo italiano della maratona e il progresso a 2h28:03 (“l’ha saputo affrontare con intelligenza assoluta”) e ha lanciato il proprio incoraggiamento a Sara Dossena: “L’operazione al piede è andata bene, lei è ripartita mille volte nella sua vita, a fine gennaio sarà pronta per ricominciare la preparazione verso Tokyo”.

L’ITALIA E IL MONDO – Le considerazioni di La Torre hanno poi abbracciato l’intera stagione e le prospettive per il 2021: “Partissimo oggi per Tokyo, avremmo 66 atleti qualificati – ha spiegato il DT, che nel corso della puntata ha anche ricordato le figure di Enzo Rossi ed Elio Locatelli, e l’esperienza del progetto AtleticaViva Online -. Guardo con fiducia alla spedizione per Tokyo, credo che faremo fare un passettino in avanti alla nostra atletica, ma non mi nascondo e dico che ci manca ancora qualcosa a livello mondiale. Lo sappiamo bene. Ritengo però che la misura del nostro progresso, e non perché sia un metro di comodo, sarebbero stati gli Europei di Parigi”. Passare in rassegna i risultati azzurri dell’anno vuol dire partire dai record italiani: “Credo che quello di Fabbri nel peso sia tecnicamente il progresso più importante dell’atletica azzurra – le parole di La Torre – Leonardo sa che il mondo è ancora lontano, come lo sa Crippa, che potrebbe chiudere il 2020 con il botto di fine anno nei 5 km del 31 dicembre a Bolzano”. Se pensa alle Olimpiadi, La Torre vede Palmisano e Giorgi nella 20 km di marcia come “le più prossime a giocarsi il podio”, per Tamberi l’appuntamento con il destino, per Tortu un’occasione storica per la finale. “Mi aspetto il ritorno ad altissimi livelli di due guerriere come Vallortigara e Trost. E questo record italiano con la 4×400 maschile dobbiamo finalmente migliorarlo”, ha concluso.

PABLITO – Da Nicola Roggero l’emozionante ricordo di Paolo Rossi, l’eroe del Mundial ’82 che ci ha appena lasciato. “Aveva l’atletica nel cuore – racconta – con lui ne parlavo spesso e mi raccontava di quando da ragazzino, nei meeting in Toscana, si era innamorato delle imprese dell’astista Kjell Isaksson, allora rivale di Renato Dionisi, oppure di quando si ritirò dal calcio nel 1987 dopo la sua ultima stagione con il Verona, tormentato dai problemi alle ginocchia: avendo l’estate libera ne approfittò per assistere ai Mondiali di Roma ’87 dalla tribuna dell’Olimpico. Non è stato soltanto il mito del calcio ma anche una persona curiosa e appassionata d’atletica”.

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