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Crippa ad Atletica TV: “Voto 8 alla mia stagione”

L’ammazza-record. C’è tutto Yeman Crippa nella puntata di questa settimana del talk di Atletica TV. Il primatista italiano dei 3000, dei 5000 e dei 10.000 metri traccia il bilancio della propria stagione esaltante: “Sì, quest’anno mi sono meritato un bel voto. Mi do 8. Sono super contento di come sia andata: nonostante il lockdown sono riuscito a ottenere i miei obiettivi e adesso sto ancora festeggiando, con i miei amici e con il mio allenatore Massimo Pegoretti che mi sono stati sempre vicino. Mi godo un po’ di relax fino al 10 ottobre: farò una gita in giro per l’Italia. Poi cominceremo subito a pianificare l’anno olimpico”. Il 23enne trentino delle Fiamme Oro ripercorre le due serate memorabili che hanno scandito la sua stagione. Il record dei 3000 al Golden Gala (7:38.27) ha completato un 2020 fantastico: “La mia intenzione era correre ancora più forte, intorno a 7:35, però prima della gara ero stato fermo per otto giorni, non riuscivo a camminare dopo Ostrava a causa di un dolore al ginocchio, mi muovevo con le stampelle. Speravo in passaggi meno veloci ai 1000 e ai 2000, ma Kiplimo e Ingebrigtsen saranno tra i miei avversari se voglio combinare qualcosa a livello mondiale ed europeo, quindi non c’è altra soluzione che cercare di rimanere vicino a loro il più possibile”. Il record dei 5000, qualche giorno prima, era arrivato a Ostrava al secondo assalto (13:02.26), dopo la delusione di Montecarlo: “Una di quelle batoste che serve per concentrarsi meglio – spiega – per metà gara mi ha dato una mano Kiplimo e all’ultimo giro ero stremato ma mi è venuto il pensierino di scendere anche sotto i 13 minuti. E invece ho fatto ‘solo’ il record italiano”. Solo, appunto. A dimostrazione di quanto abbia fame e quanto poco sia disposto ad accontentarsi. “Cosa migliorare per Tokyo? Tutto. Soprattutto il giro finale. Devo imparare a chiudere più forte”. Nel suo ideale piano di avvicinamento alle Olimpiadi c’è un primo raduno tra novembre e dicembre, in Kenya se sarà possibile, e poi altri periodi di lavoro all’estero nel 2021.

“IN CRISI DURANTE IL LOCKDOWN” – Tra pubblico e privato, Crippa racconta anche i mesi difficili della quarantena, quando era finito nell’occhio del ciclone come la gran parte dei runner: “L’ho vissuta male – ammette -. Olimpiadi ed Europei non erano stati ancora rinviati, vedevo i miei colleghi all’estero che riuscivano ad allenarsi tranquillamente, e invece da me è capitato che la gente mi vedesse correre e pensasse ‘noi stiamo a casa e questo si fa la corsetta’. Ma non sono il tipo di persona che doveva correre a tutti i costi. Non l’ho mai preteso. C’erano cose più serie, c’era chi stava perdendo la famiglia. Quindi sono andato un po’ in crisi mentale ma poi mi sono tranquillizzato, abbiamo reimpostato tutto ed è uscita fuori questa stagione”. Il biondo tra i capelli è perché “sono un po’ pazzerello, mi piace cambiare, non riesco a vedermi sempre uguale e poi quel colore aveva portato bene già a Berlino 2018 (bronzo europeo nei 10.000, ndr)”. Domenica, nella sfida delle sfide in maratona tra Kipchoge e Bekele, tiferà il primatista del mondo (“come atleta lo preferisco, anche se da etiope d’origine dovrei sperare in Bekele”) e un futuro da maratoneta non lo esclude del tutto, ma senza bruciare le tappe: “Mi piacerebbe, ma cambierei soltanto se capissi che non posso più prendermi soddisfazioni in pista”. Il messaggio finale è per la sua famiglia, per papà Roberto e per mamma Luisa: “Mi hanno insegnato valori come lo spirito di sacrificio e il dover guadagnare le cose con merito, perché nulla arriva facilmente. Ci hanno fatto ‘svegliare’ presto, a 17-18 anni, io e i miei fratelli siamo usciti tutti di casa, ci paghiamo l’affitto con i nostri guadagni, insomma ci hanno responsabilizzato molto. Sono fieri di noi e li devo ringraziare per il futuro che ci hanno donato portandoci in Italia dall’Etiopia. Ci hanno preparato alla vita”.

(puntata di mercoledì 30 settembre)

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