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Aceti, Borga, Mangione: Atletica TV va a 400

Li accomuna la specialità preferita (i 400 metri), la giovane età (1997 Mangione, 1998 Aceti e Borga) e il fatto che nel 2020 siano riusciti a migliorarsi facendo fronte a ogni avversità. Dopo una lunga trafila nelle giovanili azzurre stanno diventando grandi Vladimir Aceti (Fiamme Gialle), Rebecca Borga (Fiamme Gialle) e Alice Mangione (Atl. Brescia 1950 Metallurgica San Marco), già protagonisti nella scorsa stagione con le staffette 4×400 – soprattutto Aceti, finalista mondiale con il quartetto a Doha – e capaci quest’anno di ritoccare più volte i primati personali nel giro di pista. Con l’effetto non secondario di aver aggiunto qualità a un “gruppo staffette” su cui si punta forte ai Giochi di Tokyo. La puntata di questa settimana del talk di Atletica TV va proprio alla scoperta dei tre promettenti atleti e di come si stiano preparando verso il 2021 in questa delicata fase che gli esperti definiscono “seconda ondata”. 

ACETI: “MI HA AIUTATO IL LOCKDOWN” – Nella camera da letto di “Vladi” Aceti spiccano tre immagini iconiche che spuntano alle sue spalle nel collegamento video. Due appartengono ai Mondiali di Doha: “Il passaggio di testimone con Matteo Galvan e la mia esultanza per la finale conquistata – racconta -. Doha è stata la mia rivincita dopo che al rientro dai mondiali di staffette di Yokohama ero stato fermo per un mese a causa di una micro-frattura al piede”. L’altra foto, invece, ritrae Grosseto, culla del suo doppio oro europeo tra gli under 20 nel 2017: “Tutto è partito da lì, l’oro e il record italiano juniores dei 400 furono una vera sorpresa”. L’atleta brianzolo d’origine russa, seguito da coach Alessandro Simonelli, è tornato a migliorarsi quest’anno dopo tre stagioni: “Correre finalmente sotto i 46 secondi è stata una bella ‘botta’ – dice il 22enne vicecampione italiano assoluto, personale di 45.65 a La Chaux-de-Fonds il giorno di Ferragosto – come tanti altri, anche a me ha aiutato il lockdown e la possibilità di concentrarmi nel risolvere alcuni problemi legati alla mia azione di corsa, a partire dalle braccia. Di recente ho postato su Instagram l’articolo del sito FIDAL che titolava ‘Il giorno di Aceti’ dopo il primo miglioramento del personale: ne voglio tanti di giorni così”. Non solo a titolo individuale ma anche con la staffetta: “Stiamo crescendo tutti, il record della 4×400 è vicino, allenarmi per un periodo insieme a Edoardo Scotti è stato utile perché ci siamo aiutati a vicenda”.

BORGA: “EMOZIONI TRA PISTA E RED CARPET” – Ha sfilato sul red carpet della Mostra del cinema di Venezia (“Un’esperienza davvero emozionante, ero più agitata di quanto lo sia prima di una gara”). E ha mostrato eleganza anche in pista, correndo per cinque volte i 400 metri sotto i 53 secondi, fino al 52.84 di Rovereto l’8 settembre. “La staffetta è la mia porta d’accesso verso i Giochi – spiega Rebecca Borga, seconda agli Assoluti, al successo tricolore tra le under 23 -. Questo era il mio ultimo anno da ‘under’ e il passaggio verso la categoria assoluta lo sto vivendo bene, senza pressioni. Difficile programmare in questo momento perché non si sa ancora bene quali gare si potranno fare e quali salteranno. Ma adesso che ci siamo stabilizzati sotto i 53 bisogna fare sempre meglio”. Tra i momenti chiave della sua stagione rimarranno gli Assoluti di Padova (“Devo ammettere che un po’ speravo nel titolo, ma ho gestito male la gara partendo troppo forte”) e il debutto in Wanda Diamond League al Golden Gala Pietro Mennea di Roma: “Non ero mai entrata all’Olimpico nemmeno da spettatrice e nonostante non ci fosse pubblico è stato emozionante”, le parole della veneziana di Quarto d’Altino, studentessa in lingue, allenata da Andrea Montanari.

MANGIONE: “FINALMENTE SERENA” – È tempo di tesi di laurea: “Ho terminato gli esami in scienze motorie e se tutto va bene a febbraio ci sarà la discussione”. Alice Mangione può intanto brindare a un 2020 che l’ha portata a un inaspettato titolo italiano assoluto dei 400 con un progresso personale che supera i sette decimi (52.70 a Padova). Frutto anche del lavoro svolto a Roma, al centro sportivo dell’Esercito alla Cecchignola, insieme a coach Marta Oliva: “Allenarmi in gruppo, con atlete come Raphaela Lukudo, Jessica Paoletta o Valentina Cavalleri, mi ha fatto ritrovare una Alice serena, carica, senza i problemi fisici degli ultimi anni – racconta la siciliana di Niscemi (Caltanissetta) -. In Sicilia mi allenavo quasi sempre da sola, o magari con qualche ragazzo, ma non è la stessa cosa. Spero che questo 2020 sia stato soltanto l’inizio di un bel percorso e di una grande carriera”. Che è passata già dalla doppia esperienza sul set globale della Wanda Diamond League, contro avversarie ben più esperte, senza mai sfigurare (entrambe le volte sotto i 53 secondi): “A Bruxelles mi sembrava così strano trovarmi nello stesso albergo degli atleti più forti – ammette la 23enne che sta cominciando a prendere confidenza con i contesti internazionali – e poi il Golden Gala è stata un’esperienza bellissima”.

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